Un Eurovision 2022 in sicurezza
con DiGiCo e Optocore
L’Eurovision Song Contest è una manifestazione canora organizzata da EBU (European Broadcast Union) che va in scena da ormai 66 edizioni ed è considerata, a diritto, come una delle più importanti a livello europeo e mondiale.
Come da regolamento il vincitore della precedente edizione sarà la Nazione ospitante e, grazie al successo nel 2021 dei Maneskin, quest’anno ESC si è svolta al Pala Alpitour di Torino.
Un evento di questa portata che, oltre allo show dal vivo, viene rilanciato in diretta in moltissimi Paesi collegati, è considerato dagli addetti ai lavori come uno di quelli “no mistake” e per questo motivo devono essere impiegate le tecnologie e gli strumenti migliori disponibili sul mercato, oltre al coinvolgimento di un team tecnico di eccellenza.
Il produttore dell’evento è stata la RAI (insieme ad EBU) che si è servita della consulenza e del supporto di strutture e tecnici esterni di lunga esperienza, tra cui il service dell'Aquila Agorà che ha fornito molta della strumentazione e della tecnologia per la parte live oltre ad una crew di persone di grande esperienza abituate a gestire e lavorare agli eventi tra i più importanti al mondo, tra cui anche edizioni passate proprio di ESC.
Per le regie di FoH e palco, e per portare i segnali dell'imponente sistema di diffusione all’interno del palazzetto, si è optato per reti Optocore e banchi DiGiCo (SD7 Quantum e Q225).
Il progetto della distribuzione dei segnali nella venue è stato gestito da Luca Giaroli - Signal Distribution Design and Manager - insieme a Daniele Tramontani che si è occupato in generale del progetto audio e del P.A., entrambi in veste di consulenti e sempre sotto la supervisione di RAI, attraverso i suoi referenti tecnici.
Luca Morson, oltre a dare il cambio ai colleghi alle regie di sala e palco, ha svolto invece l'importante funzione di coordinatore per tutta la parte tecnica per Agorà e per la #agoràcrew, un team composto da molti tecnici, tra fonici, addetti alle radiofrequenze, microfonisti e backliner.
Sul palco era posizionato uno splitter analogico che mandava i segnali a due rack di convertitori DiGiCo SD per un totale di 112 canali ciascuno che convertivano sostanzialmente gli stessi segnali così da ottenere una ridondanza completa, inanellati tramite rete Optocore (anch’essa doppia) con le 6 console DiGiCo sparse nella venue: due SD7 Quantum in FoH, altre due SD7 Quantum per i monitor e due Q225 nell’area denominata “mic check”. Una ulteriore SD7 Quantum, svincolata dall’anello Optocore ma collegata in rete con le altre console di palco, era nella zona sound check, al piano inferiore.
“Tutti i segnali arrivano in un rack ubicato nella regia monitor e parte di essi vanno poi instradati in due convertitori DiGiCo che servono le console” spiega Daniele Tramontani
“Da qui partono due anelli Optocore che collegano le due console SD7 di palco, le due SD7 di sala e le due Q225 al piano inferiore utilizzate per il mic check pre show, così da avere la massima flessibilità e ridondanza”.
“Un terzo anello Optocore invece si occupa della distribuzione dei segnali in uscita dalle console FoH verso i finali dell’impianto L-Acoustics che è stato usato per sonorizzare la venue” conclude Daniele.
Questo sistema permette a tutte le console di lavorare in un unico “ecosistema” e, come se non bastasse, per permette a tutti i mixer di accedere ai convertitori delle altre in modo diretto e isolato, sono state utilizzate quattro Purple Box (convertitori MADI elettrico/fibra) che permettono lo scambio incrociato dei rack.
Molto efficaci si sono poi rivelate la quinta e la sesta console (ancora una volta in back up), per le prove di monitoraggio e di check: gli artisti prima delle prove hanno potuto simulare gli ascolti nella “prep-room” salvando una memoria su SD7Q che successivamente veniva inviata via rete alle console di palco, che di fatto si ritrovavano un setup già pronto.
Anche la scelta degli stessi mixer è sembrata in un certo senso “obbligata” data la complessità dell’evento e, ancora una volta, l'accoppiata DiGiCo - Optocore - con le nuove Quantum - ha svolto egregiamente il compito.
Come richiede un evento del genere anche le doppie regie erano d’obbligo e presidiate da due tecnici ciascuna, Adriano Brocca e Giuseppe Porcelli per il monitoraggio di palco, Lorenzo Tommasini e Luca Morson per la sala mentre un importante compito era assegnato a Alessio Comuzzi che, come primo step, si è occupato di fare i sound check delle band per poi mandare i files salvati alle console “gemelle” poste in regia monitor. In un evento così lungo e serrato sono stati previsti anche altri due fonici a supporto, Francesco Passeri e Giuseppe Porcelli che hanno operato in sostituzione in alcune giornate.
“Per quanto mi riguarda la scelta delle SD7 era un punto fermo sia per qualità, sia per affidabilità e soprattutto per flessibilità”, ha affermato il monitor engineer Adriano Brocca.
“Ad oggi nessun’altra console permette una gestione così efficace della superficie e delle memorie, oltre ad essere ormai uno strumento che tutti noi tecnici coinvolti conosciamo bene. Questa organizzazione che prevedeva il mix degli ascolti da parte di Alessio Comuzzi che mandava poi i files a noi, ha funzionato perfettamente, grazie anche alla stabilità del sistema.”
“Peraltro proprio le DiGiCo ci hanno salvato soprattutto nella notte prima della finale quando, all’improvviso, è stato deciso di cambiare la scaletta che avevamo pianificato e provato per settimane. Ti assicuro che non è stato banale cambiare scene ed impostazioni di tutte le console, un lavoro che è stato fatto direttamente sui banchi, punto per punto e, per fortuna, non abbiamo commesso nessun errore. La velocità e la stabilità del software e delle macchine hanno fatto la reale differenza…” conclude Adriano
Come ci ha spiegato Daniele Tramontani, altre due console erano impiegate in FoH dove Lorenzo Tommasini si è occupato del mix musicale per il pubblico in venue.
“Io mi sono occupato della parte strettamente musicale mentre gli altri fonici, che erano a turno Luca Morson o Francesco Passeri, facevano le aperture dei collarini e dei parlati” afferma Lorenzo.
“Questa configurazione doppia è una cosa che stiamo sperimentando da un po’ di tempo ed è un set up che prevede che le due console vadano con un “motore” ognuna ma siano completamente mirrorate, così che tutti i fonici abbiano sempre tutto sottomano, come se avessimo, di fatto, un’unica grande console, una SD14, per dirla con una metafora simpatica!” continua Lorenzo.
“In questo modo hai un'affidabilità ed una ridondanza completa ma si può operare insieme sulle superfici senza darsi fastidio dato che i layer e le baie della DiGiCo sono indipendenti”.
Per quanto riguarda il mix vero e proprio, come da regolamento, venivano mandati alla regia di sala 24 stems con varie tracce pre-registrate su sequencer e un numero massimo di 6 voci che, sempre per regolamento, devono cantare per forza dal vivo e senza nessuna aggiunta di autotune: queste sono un misto di microfoni headset e gelati.
“Anche se può sembrare un lavoro apparentemente più semplice rispetto ad uno show dove tutto suona dal vivo, devo dirti che è l’esatto contrario", ci fa sapere il fonico FoH Lorenzo Tommasini.
“La difficoltà maggiore è uniformare il lavoro e cercare di trovare il giusto spazio per le voci, dato che gli arrangiamenti sono pensati per lo studio e non così adatti alla dimensione live. Anche per questo motivo durante le prove si è cercato di intervenire per quanto possibile sulle tracce con un “fine tuning” finale che ha perfezionato il mix”, continua Lorenzo.
“Qui la differenza l’ha fatta la Quantum che ha alcuni effetti - come il multibanda e altre dinamiche - che sono molto musicali e di alta qualità”
“Avevamo anche DiGiGrid con suite Waves che inizialmente neppure avevo usato, salvo poi attingere a qualche effetto particolare per dare una mano a quei cantanti - tra tanti può capitare - che ne avevano un po' meno, se così vogliamo dire…” conclude Lorenzo.
L’ESC 2022 nella sua edizione italiana si è rivelato un successo sotto tutti i punti di vista e, per la prima volta in assoluto, si è optato per soluzioni tecniche e logistiche per rispettare le tempistiche di scena delle performance mai viste prime, grazie all’ingegno ed alle capacità del personale tecnico che ha previsto inoltre un livello di ridondanza - e quindi sicurezza - a prova di qualsiasi imprevisto.
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