Microfoni Vanguard per Imputlevel studio
Nell'articolo di oggi intervistiamo Claudio Zambenedetti, un esperto musicista e fonico con oltre tre decenni di esperienza nel campo dell'audio, nonché socio e fondatore di Imputlevel Studio, una struttura riconosciuta ed apprezzata nel territorio nazionale da molti anni.
Claudio condivide con noi la sua storia e soprattutto la sua esperienza con i microfoni Vanguard che sta usando da poco tempo e di cui si dichiara "molto soddisfatto, e le aspettative per altri usi futuri sono ottime!"
Nel corso dell'intervista, Claudio ci svela alcune caratteristiche dei microfoni Vanguard, paragonandoli ad altri brand molto famosi, mettendone in luci i tanti pregi e, perché no, dando qualche consiglio su come migliorarli…
Audio Link: Claudio, bentrovato. Come prima cosa, puoi raccontarci un po' di te e del tuo studio?
Claudio Zambenedetti: Attualmente sono socio e fonico residente all'Imputlevel Studio Recording, ma nasco come sassofonista e dal 1986 ho lavorato come assistente fonico in vari studi di registrazione. Dopo svariate esperienze ed oltre un migliaio di date in tutta Italia come musicista, parecchi anni dopo, mi sono specializzato in tecniche microfoniche ed acustica applicata. Insieme a Michele Minniti, altro socio dei 4 dell'Imputlevel Group, abbiamo progettato e costruito insieme l'Imputlevel Studio Recording nel 2005. Ancora prima, nel 2000, realizzammo anche un progetto di studio itinerante, l'Imputlevel Studio Mobile, mezzo attrezzato per la registrazione live, che ci ha permesso di registrare artisti di fama internazionale come Billy Cobham, Steve Vai, Gino Vannelli, Stanley Jordan, Toots Thielemans, Jeff Berlin, Danny Gottlieb, Peter Erskine, Alain Caron, Yossou N Dour, Paco De Lucia e molti altri italiani come Irene Grandi, Franco Battiato, Vinicio Capossela, Ron, New Trolls... ecc. In studio ho registrato artisti come i Buena Vista Social Club, Annalisa Scarrone, Francesco Guccini, Sergio Endrigo, Claudio Lolli, Massimo Bubola, Ares Tavolazzi, Riccardo Fioravanti, Dario Vergassola, Giulio Casale, Lanfranco Malaguti, Fabrizio Bosso, Alan Taylor, Ernie Watts, Alex Sipiagin, Doug Wimbish, Marco Mendoza, Robert Bonisolo e molti altri soprattutto nel panorama Jazzistico Italiano ed internazionale. Ho prodotto anche diversi progetti discografici, sia italiani che internazionali. Faccio questo mestiere praticamente dai primi anni '90 ed ho parecchia esperienza in studio riguardo la registrazione, le riprese microfoniche, il mixing ed il mastering. Lo studio ha un setup ibrido analogico-digitale, una playroom da 50mq, e due booth e 4 tipologie di ascolti.
Audio Link: E infatti oggi parliamo proprio di microfoni! Nella tua lunga carriera, che tipo di microfoni hai avuto modo di provare?
Claudio Zambenedetti: Lavorando anche nel ramo aziendale Live Audio Service, ho avuto la possibilità di provare moltissimi microfoni, diciamo pure quasi tutti o comunque quelli più "nominati". In studio ad oggi c'è un setup che è diventato ormai uno standard e che annovera, tra gli altri, Neumann M149 Tube, U87, TLM103, MK184, Telefunken C12, Schoeps MK4-MK2 ed anche AKG C414, Shure, Sennheiser di molti tipi.
Audio Link: Per noi è sempre molto importante ricevere feedback reali dai professionisti, e per questo siamo stati ben felici di sapere che stavi provando qualche microfono Vanguard. Ci piacerebbe conoscere il tuo parere spassionato e onesto…
Claudio Zambenedetti: In questo periodo stiamo provando i Vanguard, per la precisione i V1, V4 e V13 a valvola. Mi hanno colpito molto, innanzitutto per la loro costruzione, in particolare per il loro chassis, molto solido ed esteticamente bello. Ho trovato estremamente interessanti le scanalature sul corpo dei V1 che permettono di stare perfettamente in sede sul reggi microfono. Una cosa che può sembrare banale ma alla quale nessuno aveva mai pensato. Geniale! Anche gli shockmount sono davvero molto solidi, unica pecca è che la vite per il bloccaggio, sullo snodo, non tiene abbastanza, probabilmente un po’ sottodimensionata rispetto al peso del microfono, una cosa che si riscontra più che altro nel V4 e nel V13. Stiamo parlando di un particolare risolvibile in maniera semplice, sempre che da Vanguard non abbiano già provveduto…
Audio Link: Dove li hai utilizzati e perché li hai scelti per quel preciso scopo?
Claudio Zambenedetti: Li ho utilizzati sostanzialmente su fiati, chitarre, voce, ma sono ancora in una fase di prova e conto di provarli su altri strumenti. Diciamo che finora sono molto soddisfatto, e le aspettative sono ottime.
Audio Link: Quale di quelli che hai usato ti ha sorpreso di più e perché?
Claudio Zambenedetti: Il V13 valvolare, molto trasparente e pulito ma con quel calore tipico da valvola. Sulla voce è davvero bellissimo, molto intellegibile e morbido allo stesso tempo. Sui fiati lo trovo perfetto, perché solitamente si ha uno sbilanciamento dai 5/7Khz in su, con un conseguente fastidio sulle armoniche superiori, mentre invece il V13 smussa naturalmente questo inconveniente. Addirittura, come dovrebbe essere, non si presenta la necessità di intervenire con un equalizzatore. Il V4 è un po' più medioso ma molto presente, proprio per questa sua caratteristica trovo sia davvero perfetto per alcune voci o per alcuni speakeraggi. Ho provato anche i V1, ne ho una coppia, meravigliosi sulla chitarra classica, dove trovo sia molto difficile avere una buona sonorità, sembrano quasi l'esatto compromesso tra Schoeps MK4 e Neumann MK184 e considerando il prezzo!
Audio Link: Ci sono altre prove che vorresti effettuare prossimamente?
Claudio Zambenedetti: Certamente! Sono molto interessato a integrare il V44S Gen2 Stereo. Credo che sia molto interessante, soprattutto per il fatto che possiede due capsule perfettamente allineate, con la possibilità di variare l'angolazione tra di esse. Questo permette, grazie a questa caratteristica unica, di utilizzare diverse tecniche stereofoniche senza dover passare molto tempo nella fase di posizionamento. Inoltre, mi piacerebbe sperimentare la registrazione di una band per comprendere appieno l'efficacia di questi trasduttori.
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Federico Bianchi
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